venerdì 29 maggio 2009

a terra futura 2009 col cnv

da oggi e fino a domenica trentuno maggio, sarò a terra futura 2009 (firenze, fortezza da basso) per conto del centro nazionale per il volontariato. saremo nello spazio 'media-eventi', attico spadolini, postazione p4. e abbiamo un bel po' di materiale da distribuire -edito proprio dal cnv- a cominciare dalla rivista quadrimestrale volontariato oggi. alcuni aggiornamenti in diretta li potrete invece seguire sul webmagazine online volontariatoggi.info.

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giovedì 28 maggio 2009

|film| aspettando il sole (ago panini, 2008, italia)



hotel bellevue, 1982, da 'qualche parte' in italia. strani amanti, un uomo violento distrutto dall'amore e un altro ossessionato dall'ordine, un portiere di notte, due giovani irrequieti, una coppia di ladri e due attori porno accompagnati da regista e macchinista. le loro vicende s'intrecciano nelle stanze di un albergo in questa commedia noir, opera prima di ago panini, che negli anni precedenti ha già realizzato importanti videoclip.

all'una e mezzo di notte accadrà qualcosa d'irreparabile per tutti loro. un epilogo che per intensità non è pari al racconto. complessivamente, comunque, è un film da vedere. e panini un regista da seguire (e non dimenticare).

le vicende si compiono parallele. e i colori e la fotografia e le prove di recitazione (a partire da giuseppe cederna) non fanno che rafforzare il ruolo -e il talento- di ago. questo film non si può certo definire un capolavoro. nonostante questo, aspettando il sole dimostra come il cinema italiano sia capace di proporre anche nuovi e abili registi. penso a gente come panini, appunto, che dimostra di conoscere la cinematografia d'autore e di aver saputo sviluppare un proprio stile. inedito, attento, e, perché no, innovativo.

insomma, mi consola pensare che oggi, in italia, non ci siano solo i cinepanettoni.
segnalo inoltre il sito ufficiale, che fra le altre cose offre la possibilità di rimontare scene del film nella pagina 're-movie'. interessante.

voto: 6,5

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mercoledì 27 maggio 2009

cinque articoli... in fumo


quante segnalazioni saltate in quest'ultimo mese d'attività su exibart.

ci eravamo lasciato con napoli comicon. e di lì ripartiamo con l'intervista a luca boschi, direttore artistico del salone (articolo del 29 aprile 2009). per poi proseguire con la recensione della mostra di lorenzo mattotti a venezia, firmata da stefano mazzoni (6 maggio 2009), e con la presentazione delle nuove produzioni di rizzoli lizard dedicate al grande hugo pratt (13 maggio). infine il collega claudio musso, che ci parla del particolarissimo libro - untitled drawing art - di gianluca costantini (20 maggio 2009), e fausto proietti, al suo ritorno ad exibart infumo con un bel pezzo su alberto breccia e sulla mostra che la galerie martel gli ha dedicato (27 maggio 2009).

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martedì 26 maggio 2009

il 'miss-factor' di morgan

le teste web dovrebbero avere pari dignità di quelle in carta stampata.
purtroppo non è così.

sul quotidiano loschermo.it racconto di come siamo stati esclusi dal concerto di morgan al teatro goldoni di livorno. il titolo è 'morgan l'inarrivabile: a livorno concerto blindato al web'. ed ecco l'articolo in questione...

LUCCA - Purtroppo non è la prima volta che accade: agenzie e organizzatori di eventi, in molti casi, non legittimano le testate giornalistiche on-line e gli preferiscono la carta stampata. Il tutto si traduce in una selezione degli accessi con la concessione alternata - e centellinata - di pass e accrediti. L'ultimo caso? Il concerto per piano solo di Morgan a Livorno. Special guest della serata, il vincitore di X-Factor Matteo Becucci. Noi siamo rimasti fuori. I giornalisti delle redazioni locali no. Vi raccontiamo com'è andata, senza trascurare i commenti di chi, lavorando per la promozione e la diffusione della cultura, si dimostra 'illuminato' e adeguato ai tempi.
Da anni il New York Times sta lavorando per il miglioramento di nuovi prodotti tecnologici. Strumenti in grado di permettere ovunque la lettura del quotidiano con aggiornamenti in tempo reale. Una specie di giornale digitale da piegare e mettere in borsa. Un giornale che non si compra né si butta via una volta sfogliato. Semplicemente ci si abbona, poi si scarica. Sia che ci si trovi in metropolitana, in taxi o su una panchina di Central Park.

Consapevole che la carta non sopravviverà a lungo, il New York Times Media Group sta quindi sperimentando nuove forme di lettura. Come ad esempio il Times Reader , applicazione web da poco inaugurata che consente la lettura del giornale su uno schermo qualunque. Che sia un monitor del computer o uno schermo del cellulare o del palmare, be', poco importa.

Quindi non siamo i soli a sostenere che il futuro (e il presente) della comunicazione si gioca sul web. Uffici stampa e agenzie di comunicazione faticano però a riconoscere e legittimare questi nuovi contenitori digitali.

Passino i blog, i siti amatoriali e i molti social network. Ma una testata come questa regolarmente registrata al tribunale e al Roc, che ogni giorni garantisce un servizio d'informazione (fra l'altro fruibile gratuitamente), meriterebbe forse più attenzione. E altrettanta attenzione e rispetto meritano i suoi lettori, ossia voi.

Eppure a volte capita che ci sia sbattuta la porta in faccia. Una preclusione che coinvolge sia noi che scriviamo, sia voi che leggete. L'ultima volta? Domenica scorsa, in occasione del concerto per 'piano solo' che Morgan ha tenuto al Teatro Goldoni di Livorno. Special guest della serata, Matteo Becucci.

Avendo seguito il percorso di Matteo ad X-Factor e recensendo di quando in quando concerti degni d'interesse, organizzati non solo in Toscana, abbiamo pensato che quello fosse uno di quegli eventi che meritano d'essere raccontati.

Come sempre abbiamo richiesto l'accredito per tempo. Quando in vendita, on-line, c'erano ancora biglietti disponibili. Parliamo con l'ufficio stampa del Teatro Goldoni. Ma loro non sono coinvolti direttamente, hanno solo concesso il teatro in affitto. Ci rimandano quindi all'agenzia che organizza il concerto. E ci fanno un nome: A. (qua riporteremo solo l'iniziali).

Parliamo con A., che ci dice "Ok, mandate una mail di richiesta. La inoltrerò all'agenzia di Morgan". Spediamo una e-mail con richiesta di conferma, come sempre. Ma non c'è risposta. Il giorno successivo, venerdì, sollecitiamo A., che ci risponde dispiacendosi perché non ha ancora accrediti. Almeno per il momento. "Sentiamoci sabato", scrive.

E così aspettiamo un altro giorno ancora. Lo chiamiamo di nuovo e veniamo informati del fatto che sono stati accreditidati solo i giornalisti dei quotidiani locali (e cartacei) di Livorno. Spieghiamo il contesto della richiesta, facendo presente che il web dovrebbe avere pari dignità e altrettanto pari legittimità di altre testate. "Vedi, portiamo i concerti di Morgan in tutta Italia" ci risponde A. "E ogni volta è un gran casino. Da organizzatore ti dico che non possiamo rispondere a tutti. Privilegiamo la carta e la stampa locale, sennò diventiamo matti".

D'accordo. Siamo ben consapevoli che eventi particolari - come ad esempio le uniche due date italiane dei Depeche Mode, a Roma e Milano - possano essere accessibili solo ad alcuni. Lì, com'è normale che sia, si fa una scelta. Ma qua stiamo parlando di Marco Castoldi. Cioè Morgan. Un cantautore che, considerando solo questi ultimi mesi, si è esibito a Prato, a Piombino e in altre città vicine. Uno che girerà l'Italia per tutta l'estate. Difficilmente riusciamo a capire come un concerto al Teatro Goldoni di Livorno possa quindi essere considerato uno 'special event', off-limits per le testate del web.

Comunque A. ci dice che domenica - giorno del concerto - sarà a Livorno, al teatro, a partire dalle 19. "Richiamami. Semmai dò un'occhiata alla pianta e vedo come sistemarvi". Anche se 'ci sistemasse', il concerto è alle 21. Un minimo di organizzazione sarà pure concessa anche a noi, no? Oppure i margini di autonomia sono solo appannaggio di chi l'organizzatore di eventi lo fa per professione?

Ok, riproveremo a chiamare. Consapevoli che la risposta sarà negativa. E infatti, la domenica sera, A. ci dice "Ah, gli accrediti... Non ne ho, mi dispace".

Strane cose. Anche perché alla fine, da quello che possiamo capire, neppure A. sembra abbia in mano la gestione diretta degli accrediti. Se ne occupa un'altra agenzia. Ma perché? E soprattutto, perché negarli? Del resto saremmo andati al concerto portando la nostra professionalità. Avremmo recensito e raccontato. Perché l'obiettivo non era certo quello di mendicare uno o due ingressi. Piuttosto c'era - e c'è - il desiderio di veder riconosciuta la leggittima autorità a una testata 'free press' che quotidianamente fa un buon lavoro.

Poi, a proposito delle agenzie coinvolte nell'evento, che si rimpallano l'un l'altra domande e risposte, ci è tornato in mente ciò che Morgan ha detto criticamente in tivù delle case discografiche. Quello stesso criterio discriminatorio che tanto lamenta, be', sembra sia adottato anche dai professionisti che, a vario titolo, si occupano di lui.

Un altro esempio? Da mesi abbiamo richiesto, attraverso canali ufficiali, appuntamento per un'intervista - anche telefonica - con Marco Castoldi. "Morgan seleziona accuratamente le richieste" ci hanno fatto sapere tempo fa dalla Sony. "Forse per voi ci può essere spazio a settembre...". Forse. Quindi ci possiamo ritenere 'non selezionati'. Neppure degni, ora, di assitere a un concerto per scrivere una recensione.

Che poi stiamo sempre e comunque parlando di Morgan. Non di Bob Dylan o David Bowie. Vabbé, direte voi, ora lui si "vende" da solo. Basta la tivù a fargli promozione. E i libri vanno a ruba e i concerti esauriti e lui non può neppure camminare per strada senza essere riconosciuto e fermato. Sì, basta la tivù. Finché dura.

In tutto questo contesto dobbiamo però riconoscere dei meriti ai colleghi dell'ufficio stampa del Teatro Goldoni di Livorno. Non era la prima volta che ci relazionavamo con loro. Chiedendo informazioni sul concerto di Morgan, ci siamo scambiati battute sul ruolo delle testate on-line. Ebbene, al Goldoni di Livorno le ritengono fondamentali. "Prendiamo ad esempio l'opera" dicono. "Sappiamo bene che per coinvolgere i giovani sotto i 30 anni o si esce sul web, oppure l'informazione non arriva". Sono giornalisti 'illuminati' oppure semplicemente al passo coi tempi?

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domenica 24 maggio 2009

il romanticismo del giornalista fumatore

non sono affatto un salutista. e neppure un fumatore presuntuoso.
semplicemente mi piace fumare. non ho problemi di coscienza e rispetto gli altri.

oggi, leggendo l'articolo che ha scritto paolo mauri su repubblica (l'arte di narrare l'ultima sigaretta) mi sono ricordato di ciò che accadeva nella redazione locale de la nazione negli anni in cui ho iniziato a collaborare.

scrive mauri:

"una volta si fumava molto anche nelle redazioni dei giornali e forse è la mancanza del fumo a rendere i giornali di oggi un po' meno appetibili di quelli di qualche decennio fa."
credo sia vero.
era il 1996 (o il 1997?) quando ho iniziato a scrivere, da collaboratore, per la nazione. i pochi pc utilizzavano un sistema ms dos e c'erano ancora le macchine da scrivere in redazione. esistevano i fogli modulati e prestampati per chi batteva a macchina (circa 260 caratteri -spazi inclusi- per ogni modulo) ed esistevano i poligrafici che prendevano il tuo pezzo dattiloscritto e lo inserivano in pagina.

in quel contesto si fumava una sigaretta dietro l'altra. quasi mai a turno, quasi sempre tutti assieme. una disgrazia per i non fumatori (pochi) costretti a lavorare in una cortina.

spesso non utilizzavamo neppure i posacenere. era abitudine spengere le cicce sul pavimento e soffocarle con la punta del piede. tanto, a toglierle, ci avrebbe pensato la signora delle pulizie la mattina dopo.

ok, d'accordo. ora, con l'etica del politically correct, tutto questo appare come un abuso e una mancanza di rispetto. ma io, quando ci penso, leggo questa storia con un occhio romantico. chissà.

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|film| ex drummer (koen mortier, 2007, belgio e olanda)



tre musicisti con handicap, drogati e psichicamente instabili, convincono un famoso scrittore a far parte della loro band: suonerà la batteria e parteciperà con i the feminist a un concorso musicale fiammingo destinato a soli disabili.

tra gay, folli stupratori, uomini dal cazzo gigante e tossicodipendenti fuori di testa, il film di koen mortier -ispirato al romanzo di herman brusselmans- è un concentrato di sesso, violenza, incesti. e cattiveria. quella pura, gratuita, senza limiti. quella che non risparmia niente e nessuno.

ex drummer è stato ingiustamente paragonato a trainspotting. in verità si tratta di un mezzo pulp catastrofico dove non ci sono sopravvissuti. nessun vincitore e nessun vinto. una sconfitta globale e trasversale che coinvolge tutti: disadatti, emarginati, borghesi e intellettuali. resta comunque un film da guardare (e ascoltare) almeno una volta nonostante il doppiaggio: l'anticonvenzionale sguardo del regista e la colonna sonora, che offre un eccellente tributo al punk-rock continentale, rappresentano due buoni motivi. ex drummer è però vietato ai minori di diciotto anni. (ed è sconsigliato agli stomaci più deboli).

voto: 6

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sabato 23 maggio 2009

c'è posta per me: canicola, tunué, lizard, coniglio...

oltre a bollette, sanzioni e sanzioni di sanzioni non pagate, nella posta ogni tanto si trova pure qualcosa di buono.

in queste ultime settimane, in mezzo a tanta carta da stracciare, c'erano ad esempio interssanti inviti. due inaugurazioni, per l'esatezza: la rassegna di video installazioni 'look at festival' (che si è aperta ieri) e la performance di santiago serra a milano (anche questa in programma ieri) per la prometeo gallery di ida pisani. ricordo l'uso che fece serra del poliuretano espanso nel lontano (?) 2002.

oltre agli inviti, nella posta, ho trovato anche piacevoli sorprese da parte di alcuni editori: dalla tunué (dalla rivista 'mono' a heidi mon amour, perché ho ucciso pierre, a volto coperto, guardami più forte); dalla rizzoli lizard (tascabili pratt e 'peripolo segreto'); dalla coniglio (animals, he finalmente posso sfogliare) e da parte di canicola (il numero 7, che straordinariamente rivoluzionato diventa un libro, e che libro...). tutti volumi di cui parlerò -e parleremo- sia qui sia alrove. che di opere degne, fra quelle pagine, ce ne sono. eccome.

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venerdì 22 maggio 2009

le cronachette di nanni fanno il bis


mentre giacomo nanni sta disegnando la terza serie delle 'cronachette' - protagonista, la gatta esterina - è appena uscito per coconino il secondo volume: 'cronachette 2 (settembre, agosto, 1992)'. storie divertenti e surreali che hanno una perversa attinenza al reale.

ok, non l'ho ancora letto. ma lo raccomando anche al 'buio'. infine vi rimando al blog di nanni, culla delle cronachette nel tempo che ha preceduto la stampa. lì ci sono le tavole del volume 3. tavole come quella in alto, con vignette sequenziali ben composte e ricche di malinconica astuzia.

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giovedì 21 maggio 2009

|film| l'onda (dennis gansel, 2008, germania)



nella settimana 'a tema', in una scuola della germania d'oggi, un'insegnante dal passato anarchico che ama i ramones deve tenere lezioni sull'autocrazia. simula così la formazione di una nuova dittatura, ma la situazione gli sfugge di mano.
la vicenda è ispirata a una storia vera: l'esperimento che il professor ron jones, insegnante di storia, tenne nel 1967 alla cubberley high school, in california.
l'onda è un film illuminato capace di raccontare con immediatezza emotiva e narrativa complesse vicende politiche, sociali ed economiche. quest'opera di dennis gansel dovrebbe essere adottato come supporto didattico dalle nostre scuole.

voto: 8

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mercoledì 20 maggio 2009

dario franceschini scrive a mia nonna (morta da sei anni)

abito nella casa che fu di mia nonna. un privilegio affettivo ed economico che tocca a pochi, anche fra noi figli unici.

di quando in quando ricevo ancora posta indirizzata a lei, che cestino senza neppure aprirla. si tratta per lo più di pubblicità: aziende che vendono prodotti a domicilio, testimoni di geova in cerca di nuovi aderenti, associazioni in cerca di contributi, gite organizzate a pietralcina per fare visita a padre pio.

ormai mia nonna è morta da parecchi anni. e la frequenza con cui ricevo lettere a lei indirizzate si è dilatata talmente tanto da rendere questo un fatto quasi eccezionale.
stamani scopro che
le ha scritto dario franceschini. si rivolge a lei chiamandola per nome ('gentile signora renata...'). poi si sofferma sull'aiuto ai figli e ai nipoti, sul ruolo delle donne in politica e nella società. e la invita a votare pd.

vabbè, sono consapevole che questa è solo una delle tante lettere stampate e inviate a migliaia e migliaia di ipotetici elettori con destinatari inseriti in automatico.

ciò che mi sorprende è il tono di confidenza e cordialità con cui franceschini scrive rivolgendosi a mia nonna, morta ormai sei, sette anni fa.

mi sento a disagio. forse sarebbe meglio che gli elenchi acquisiti in passato dai partiti politici fossero una volta tanto aggiornati. perché c'è il rischio concreto di suscitare nella gente l'effetto contrario rispetto a quello sperato.

ma forse, ormai, faccio parte di quelle 'perdite calcolate' per cui il gioco vale ancora la candela.

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martedì 19 maggio 2009

x-factor: addio a morgan (e alla ventura)



a quanto pare non sono il solo ad aver scritto critiche amare sulle performance live di marco castoldi. oggi, sul giornale di vicenza, rosarita crisafi pubblica un articolo titolato 'morgan nella vertigo della mediocrità' in cui recensisce il concerto per piano solo ai giardini dell'astra.

ho amato la sua musica. e anche il suo modo di fare musica. ho amato le sue canzoni. insomma, coi bluvertigo (prima) e nella carriera solista (poi), morgan l'ho sempre ascoltato. e apprezzato. infine x-factor, che lo ha trasformato in un personaggio popolare più di quanto avesse fatto il matrimonio con asia argento. gli effetti di questa trasformazione sono evidenti ai fan di vecchia data. delusi, manifestano anche sul forum di castoldi il proprio disappunto. ma non sono i soli.

morgan, poi, avrebbe dovuto lasciare x-factor. ma il suo abbandono non può sommarsi all'annunciata partenza di simona ventura. il programma ne uscirebbe a pezzi. quindi si fa dietrofront: morgan e maionchi restano, simona no. e così sia.

ora approfitto dell'occasione per riproporre la mia recensione al concerto del marzo scorso a prato ('tra un x-factor e l'altro, morgan accenna romagna mia e si scorda d'esser grande') e un video di quella serata (altri sono disponibili su youtube facendo click qui).

PRATO - Un Morgan irriverente si prende gioco del pubblico televisivo che assiste ai suoi concerti. Tra inettitudine e fanatismo, una platea prevalentemente femminile esalta il fondoschiena di Castoldi trascurando ciò che per cui il teatro di Prato s'è fatto pieno: la musica. Morgan ha talento. Ma tra questo e un 'concerto' degno d'esser definito come tale c'è, ahinoi, la televisione. Così tutto è stravolto e rivoluzionato. Il pubblico diventa quello di uno stadio e applaude a prescindere. Morgan lo sa. E tra un eccesso di virtuosismo e l'altro tira alla meno, consapevole che la platea applaudirà comunque vada. E nonostante il talento, il concerto si trasforma in una serata di pianobar che fa rimpiangere i Bluvertigo...

Morgan si diletta col pianobar. Sia chiaro, è musica da far invidia ad Allevi. Ma quello visto al Politeama Pratese, giovedì scorso, è il Marco Castoldi nella versione 'televisiva'. Forse la peggiore. Un Morgan sciupone, improvvisato, a tratti pure noioso. Talento, genialità e creatività non mancano. Guai a dire il contrario. Tutte queste doti sono 'innate', quindi esistono in lui a prescindere. Ma qui vengono riposte quasi a caso, qua e là, fra i tasti bianchi e neri.

La severità attenta e costruttiva del giudice di X-Factor si frantuma di fronte allo spettacolo che Morgan offre di sé. Ha davanti un pianoforte nero. E, a fianco, una platea gremita pronta ad applaudirlo. Fin qui niente di male. Se non fosse che quella stessa platea è formata per lo più dal pupplico televisivo. Anzi, il pubblico televisivo di X-Factor. Un pubblico sovrano (o 'sottano') che applaudirebbe a priori. Non la musica, ma il 'personaggio' Morgan.

Lui sembra saperlo. E nel concerto per 'piano solo' inserito nella rassegna 'Autori in musica' sembra far leva sul potere mediatico e divino che la tivù è capace di creare. Ottenendo quindi il massimo risultato col minimo sforzo. Ad assistere al concerto ci sono per lo più teeneger attese all'uscita dai genitori. Platea e galleria sono affollate da donne. Femmine di ogni età, apparentemente innamorate e pronte a tutto. Perfino a gridare 'che bel culo che hai!' nel bel mezzo dello spettacolo.

Morgan, dal canto suo, si compiace. O almeno dimostra di apprezzare. Attacca con Fabrizio De André citando (musicalmente, e non a caso) la colonna sonora di 'Profondo Rosso'. Passa attraverso il cantautorato italiano e lo farcisce di brani d'élite, fintamente selezionati a caso. Dai Nirvana ai Beatles. Accenna pure una 'Romagna mia' chiesta dal pubblico, e pizzica le corde del piano trascurando i tasti prima di intonare, in un medley inaspettato, 'Pippo non lo sa'.

Geniale, non c'è che dire. Ma il pubblico, quello meno televisivo, oppure semplicemente quello più attento e critico, si sente un po' preso in giro. Perché la selezione di brani d'autore e i virtuosismi che l'accompagnano suonano come una provocazione. Morgan compie errori d'intonazione o di tempo, ben camuffati dai suoi prodigi sui tasti. In questo, diciamolo, ci sa fare. Ma la sensazione è di assistere a uno spettacolo di pianobar (seppure eccellente) improvvisato. O quasi.

Se scriviamo questo è perché Morgan, alla fine, lo conosciamo bene. Da molto prima che fosse risucchiato dal tubo catodico. Abbiamo assistito a molti concerti dei Bluvertigo nella seconda metà degli anni Novanta. E quella, ammettiamolo, era tutta un'altra storia. La musica, la sperimentazione, l'idea d'insieme, be', rendevano qui giovani lombardi poco più che ventenni l'essenza del rinascimento musicale italiano.

Ora c'è chi vive di rendita (e di popolarità acquisita) sfrozandosi, di fronte al pubblico 'vero', non più di tanto. Sappiamo che Morgan non è 'solo' questo. E, uscendo dal teatro, vien da pensare che forse a un concerto di Giovanni Allevi non assisteremo mai. (loschermo.it)

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l'addio al tom tom e i ladri gentiluomini

forse pago la mia fiducia nel prossimo.
giorni fa, a baratti, ladri gentiluomini hanno aperto lo sportello della mia macchina, rubato il navigatore tom tom terza edizione che avevo riposto nel cruscotto all'interno della custodia, e con lui il caricatore e il kit per auto. poi hanno richiuso lo sportello...

nessuna forzatura, nessun danno, nessun altro oggetto trafugato.
ora, be', so di non aver dimostrato grande attenzione. ma ciò che mi sorprende, al di là dell'ingenuità personale, è il fatto che questi ladri gentiluomini abbiano chiuso di nuovo la macchina. evitando così che qualche malintenzionato di circostanza potesse far danni o, chessò, rubarmi i cd. complimenti.

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sabato 16 maggio 2009

'colpa della società, budello di su mà!'



"ti fermi per il concerto?", mi chiede bobo dopo l'intervista.
"sì, certo" rispondo io. ma non è vero. me ne andrò di lì a poco.

l'orario d'inizio, trattandosi di un live da consumare sulla porta di un locale di via san paolino, si dilata oltre il consentito. com'era ovvio che fosse.
avevo qualcuno che m'aspettava a casa. qualcuno con cui desideravo essere, più d'ogni altra cosa.

dover partire, però, mi ha reso perfino un po' triste. perché bobo rondelli, quella sera, era più malinconico che mai. forse a causa della fresca separazione, forse per quell'attaccamento ai figli manifestato prima e dopo l'intervista, che qui ripropongo.

e oggi, a cinque mesi di distanza da quel momento, esce in dvd il film documentario l'uomo che aveva picchiato la testa, girato da paolo virzì e prodotto da motorino amaranto. ecco la presentazione che ho scritto per lo schermo.

LIVORNO - Finalmente è arrivato il giorno. Quello della consacrazione del poeta, dell'affermazione del cantautore misconosciuto per eccellenza. Roberto lo chiamano Bobo, e di cognome fa Rondelli. E' musicista e scrittore. Ora è anche attore. Interpreta se stesso nel film documentario girato dall'amico Paolo Virzì, in distribuzione da oggi con un dvd allegato a Il Tirreno. Poi passerà sui canali di Sky. E chissà, magari questo porterà a Bobo il meritato consenso del grande pubblico. O forse no. Perché la consacrazione, per uno come lui, potrebbe anche significare 'crocifissione'. Ora c'è un film, L'uomo che aveva picchiato la testa. E un album in uscita da ascoltare, Per amor del cielo...


"Spero in una maggiore diffusione. Perché sai, c'avrei 'sto bisogno. Del resto mi ritengo un 'precario'. Cioè, a 45 anni vivo da mia madre, sulle sue spalle... Forse è per questo che racconto ancora la 'rabbia'...".

A noi che gli chiedevamo quali effetti avrebbero provocato su di lui l'uscita del film documentario, Bobo Rondelli ci rispose così. Era la metà di dicembre. Solo cinque mesi fa, eppure sembra passato un secolo. In quell'occasione Bobo era a Lucca per un concerto cui avrebbero assistito solo poche decine di persone. Per lui che è abituato a cantare ovunque, e anche per pochi spiccioli, anche gratis, non è una sorpresa.

Ora che Bobo Rondelli è protagonista di un film documentario girato dall'amico d'infanzia Paolo Virzì, chissà se resterà ancora il cantautore, poeta e sconosciuto, che almeno noi toscani abbiamo imparato ad amare e apprezzare. Uno come Bobo vive il peso della sensibilità di Ciampi. Un maestro e un fantasma con cui fare i conti. E da folle genio qual'è, Bobo passerà probabilmente il resto della sua vita nell'ombra che gli si è creata attorno. Perché uno come lui, forse, s'esprime meglio fra pochi ubriaconi che in mezzo a tante persone d'elitaria cultura.

Per farvelo conoscere un po' di più, vi proponiamo di nuovo quella famosa intervista. E v'invitiamo ad acquistare il dvd che uscirà oggi in allegato a Il Tirreno. Anche se il film L'uomo che aveva picchiato la testa (7,90 euro, prodotto con soli 40mile euro dalla Motorino amaranto) in realtà si trova in edicola già da ieri. Così va la distribuzione.

Un'esclusiva del quotidiano di Livorno (appunto, la 'sua' Livorno) destinata alla programmazione sui canali Sky a partire da giugno. Noi, quel dvd, lo abbiamo fra le mani. Lo vedremo e ne parleremo ancora. Perché Bobo, che lo si voglia riconoscere o no, è il miglior poeta contemporaneo. Capace di far ridere e piangere, capce di fare pensare. Ma anche no. Insomma, è capace di tutto.

E un'ulteriore riporva l'avremo il prossimo 22 maggio, giorno in cui uscirà il suo nuovo album, Per amor del cielo. Un cd di cui si sa poco o nulla. Prodotto dalla nuova agenzia Live Global, conterrà nove tracce per poco più di mezz'ora di musica e parole. Oltre al brano che dà il nome all'album, ci saranno Viaggio d'Autunno, Soffio d'angelo, La marmellata, Madame Sitrì, Mia dolce anima, Il cielo è di tutti, Licantropi e Niente più di questo l'amore.

Sia il film sia l'album saranno presentati in anteprima domani, domenica 17 maggio, al teatro Goldoni di Livorno con una proiezione-concerto che verrà bissata martedì 19 al teatro Puccini di Firenze.

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venerdì 15 maggio 2009

ristorante 'le cave' di san vincenzo, ecco perché non andrò più...

il cibo è un piacere. non solo per il gusto, ma anche per l'appagamento di tutti gli altri sensi. ecco perché quando si sceglie di consumare il pasto in un ristorante o una taverna, è sempre bene essere consapevoli della scelta che andremo a fare.

ora vi segnalo un posto dove non andrò più. condivido quest'esperienza per accrescere la responsabilità di altri che, trovandosi nei pareggi di san vincenzo, in provincia di livorno, potrebbero dire "bè, perché no, andiamo a mangiare a 'le cave' in piazza solvay...".

ora vi spiego 'perché no'.

a conclusione di una bella giornata in spiaggia, a baratti, decidiamo di prenotare al ristorante poco lontano ('le cave', appunto) di cui certi amici ci avevano parlato bene. seppur con qualche riserva. prenotiamo e già ci sentiamo rispondere "sì, però venite prima delle otto. dopo abbiamo la sala piena e passerà del tempo prima che possiate essere serviti". il gioco vale la candela? chissà. noi comunque rischiamo.

arriviamo puntuali, ci sediamo, apprezziamo la rusticità del luogo, ordiniamo e cominciamo a mangiare. il cibo è buono. e già ci immaginiamo di consigliarlo a tizio e caio, ché cucine come queste sono la loro passione.

ma accade che il secondo piatto ordinato dal bambino (gamberoni alla griglia) non arrivi mai. le porzioni sono abbondanti, e lui, il piccolo, si rifà assaggiando questo e quello. abbiamo già consumato i nostri ordini quando la cameriera si avvicina. le diciamo che i gamberoni non sono arrivati. e che quindi è troppo tardi. "stanno uscendo", ci risponde. sottointende 'dalla cucina'. evvabbè. se 'stanno uscendo' li aspetteremo. ma dopo altri cinque, sei, dieci minuti, ancora nulla. raggiungo la cucina per dire che no, non servono più. ormai stiamo per andarcene. e i bambini sono stanchi. "i gamberoni stanno uscendo", ripete come una filastrocca la signora. "non stanno uscendo", rispondo io. "stanno cuocendo. ma ormai è tardi. grazie lo stesso".

sia chiaro. quei gamberoni li avremmo pagati ugualmente. mai abbiamo detto o pensato il contrario. torno al tavolo, e una seconda cameria, pochi istanti dopo, ci porta il tanto atteso piatto di gamberoni. "abbiamo detto di no, grazie" facciamo noi. "prendeteli, ne mangiate uno per uno" dice lei. "no, grazie".

la ragazza si allontana. ma dalla cucina, poco dopo, ci raggiunge la signora che si era fatta carico dell'ordine. ha in mano una vaschetta di alluminio. "dice lo chef che questi ve li potete portare a casa". e zac!, ce li piazza nel bel mezzo del tavolo.

"can I have the bill, please?". chiediamo il conto. e la propietaria (almeno immaginiamo che lo sia) lo consegna alla bambina più piccola del tavolo, che a cinque anni era tutta intenta a disegnare sul suo quadernone.

ecco perché a 'le cave', io, non andrò più.
vabbè, si mangia bene. ma un po' di attenzione per il cliente, a volte, non guasta.

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venerdì 8 maggio 2009

giorgio cavazzano e i tre bozzetti di galileo lucensis

ecco qua tre bozzeti (semi)inediti di giorgio cavazzano.
gli è stato affidato il compito di dare forma a galileo lucensis, personaggio pensato da angelo nencetti (direttore del museo del fumetto di lucca) per il ruolo di cicerone nella mostra 'e lucean le stelle'.

essendo galileo lucensis un pronipote di galileo galilei, proiettato in un futuro piuttosto remoto, mantiene dell'antico antenato sia gli abiti sia l'aspetto. seppur più giocoso, in perfetto stile disneyano. ha basettoni, pizzetto (non la barba) e quel po' di curiosità che lo spinge a scrutare il cielo e le stelle.

a qualcuno non andrà giù il fatto che ora questo futuribile discendente di galileo galilei abbia scelto come residenza il satellite lucca 1 e non il pianeta pisa, dov'è nato.

quindi ecco qua tre bozzetti, due dei quali sono stati ripresi anche da luca boschi nel suo blog. a proposito di luca, che ha curato anche parte della mostra al muf, segnalo la sua intervista che ho raccolto per exibart. si tratta di un bilancio di napoli comicon, frutto di una chiaccherata telefonica (e serale) nel post-salone. una chiaccherata portata a termine nonostante i capricci del cellulare.


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mercoledì 6 maggio 2009

animals, ancora un po' di pazienza

ecco qua la mail della brava e sempre attiva laura scarpa.
un messaggio in cui si annuncia che la rivista animals, la cui uscita era programmata per venerdì otto maggio duemilanove, subirà un leggero ritardo. quanto? giusto un fine settimana. quindi non resta che attendere altri tre miseri giorni...

“È tutta colpa del sabo-stampatore!” grida il Coniglio.

Carissimi,
vi sembrava ci fosse poca suspence, vero?
Infatti abbiamo deciso di aumentarla, ci siamo messi d'accordo con un sabotatore e possiamo annunciare a tutti che lo stampatore ci boicotta (pagato da chissà quale oscuro rivale... il nemico nel fumetto è fondamentale, vero o finto, ma non siamo Berlusconi e non diciamo che è la sinistra) e che ANIMAls vedrà la luce in edicola lunedì (martedì su alcune piazze).
Abbiate pazienza!
L'abbiamo fatto per accontentare un lettore che sarebbe tornato in Italia solo lunedì, prendetevela con lui ;)
Diffondete, per quel che potete, la notizia, con i vostri mezzi, di modo da non scocciare troppo gli edicolanti e non deludere gli acquirenti e poi... all'attacco!
Grazie ancora,
Laura

Ps. Come sempre informazioni sul blog animals-theblog.blogspot.com

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